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“ARIA E TERRA”: UNA MOSTRA DEDICATA A BRUNO MUNARI, L’ULTIMO FUTURISTA

L’eredità di Bruno Munari, l’ultimo futurista, continua ad incantare grandi e piccini.

DI IOLANDA CONTIN

[versione modificata dall’originale disponibile su www.theyellowgloves.com / Ottobre 2017]

Aria e terra sono i due opposti nel mondo dell’arte di Bruno Munari. Gli opposti che sono la base della produzione artistica di Munari e che costituisce il fil rouge della mostra “Aria e Terra” curata da Guido Bartorelli. Realizzata dalla Fondazione Palazzo Pretorio di Cittadella, la mostra è rimasta aperta fino al 5 novembre 2017.

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L’ARIA. Ci sono le opere sospese, create con l’idea della leggerezza fisica e mentale. Sembrano delle antenne: reagiscono, vibrano e si muovono nell’aria. Le opere sospese appartengono alla serie delle “Macchine Inutili”, realizzate dall’artista dal 1933 in poi.

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La leggerezza delle opere si traduce in fare e far vedere. Il carattere smaterializzato si unisce all’obiettivo di divulgare i risultati della sua ricerca oltre all’ambito ristretto dell’arte, spesso visto come luogo elitario ed esclusivo.

LA TERRA. Il fine divulgativo porta Munari all’attività di designer al servizio dell’industria. Ma anche alla progettazione di esperienze destinate a sviluppare la creatività di ciascuno.

L’idea di Munari di arte si fa concreta nella lampada “Falkland”.

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Completano la mostra  le ‘Stanze del fare’: protagonista qui è il gioco che diventa il modo per dire che aver già imparato qualcosa non significa non poter creare più niente di nuovo.

Per chiedersi sempre “cosa si può fare?”.

La visita a Palazzo Pretorio offre al pubblico un percorso originale sull’opera di Bruno Munari, che consente sia di apprezzarne i caratteri peculiari al cospetto dei capolavori, sia di fruire la mostra come occasione per apprendere attraverso il fare, seguendo i principi dichiarati dallo stesso artista.

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Bruno Munari nasce a Milano nel 1907. Con la maggiore età aderisce al Futurismo ed espone in importanti mostre collettive. Nel 1930 realizza la Scultura aerea, cui seguirà l’importante serie di sculture sospese Macchine inutili (dal 1933 in poi). Nel 1948 è tra i fondatori del MAC (Movimento Arte Concreta), assieme a Gillo Dorfles, Gianni Monnet e Atanasio Soldati.

A partire dal 1949 pubblica i Libri illeggibili.

Dal 1952 lavora nel campo del design industriale progettando giocattoli in gommapiuma (Gatto Meo e Scimmietta Zizì, Pirelli), il Portacenere cubico (Danese, 1957), le lampade di maglia Falkland (Danese, 1964). Nel 1995 riceve il premio “Compasso d’oro” alla carriera. Muore a Milano nel 1998.

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